Manarola

Manarola alle Cinque Terre è frazione del borgo di Riomaggiore, sede del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Il fascino di Manarola consiste nella marina lunga e stretta sovrastata dalle tipiche case-torre che si innalzano dagli speroni rocciosi della costa. Manarola, assieme a Corniglia, è il centro più “tranquillo” delle Cinque Terre, nel senso che il turismo si è sviluppato solo negli ultimi decenni. Il borgo mantiene la sua vocazione agricola e sussistono ancora gli antichi sentieri che conducono in alto verso gli orti, le vigne e gli uliveti. Fondato durante il XII secolo, il borgo deriva probabilmente il suo nome da un’antica “magna roea”, una grande ruota di mulino presente in paese. Le prime testimonianze sul paese, risalenti al Duecento, sono relative alle vicende dei Fieschi, mentre nel XVI secolo si ha notizia di una sua strenua resistenza alle incursioni dei pirati.

Nell’XII secolo le popolazioni insite sulle colline nei pressi di Volastra (utilizzata fin dall’antichità dai Romani come stazione di posta e cambio dei cavalli) iniziano a popolare la costa dopo la scacciata da parte degli Obertenghi delle flotte moresche dalla Liguria dopo secoli di terrore, ed è con l’affermarsi delle Repubbliche marinare di Genova e Pisa che si intensifica il traffico ed il commercio marittimo nella zona.

Alta l’affluenza turistica in questo borgo come del resto in tutte le  Cinque Terre di cui fa parte, soprattutto nella bella stagione, ma anche in pieno inverno grazie al suo tempo mite. L’attrattiva maggiore deriva sicuramente dalla bellezza del luogo con le case variopinte arroccate sullo scoglio nero, il piccolo porticciolo a due piani ed il mare blu che è parte integrante dei Manarolesi. Grande attrattiva che porta turismo è sicuramente la Via dell’amore, uno degli itinerari più famosi in Italia che tra Manarola e Riomaggiore presenta il suo tratto più gettonato e facile, anche se meno selvaggio.

Presepe di Manarola

Famoso è poi diventato il suggestivo presepe allestito sulla collina alle spalle del borgo da Mario Andreoli, un ferroviere in pensione, che con materiale di recupero ha costruito circa 300 sagome che illuminate creano un paesaggio di grande suggestione emotiva, ammirato da oltre diecimila persone giunte da tutta Europa, Cina e Stati Uniti.

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